La televisione, i giornali, i media in genere stanno prestando molta attenzione, in quest’ultimo periodo, allo stato della sanità in Italia ed evidenziano insistentemente la problematica delle liste di attesa. Vengono riferiti casi limite, forse, che destano però preoccupazione e sgomento, quali indagini strumentali per malati oncologici, per malati gravi, per bambini, fissati a distanza di più di un anno pur se necessitano di essere eseguiti con la massima urgenza, anche entro massimo dieci giorni, come richiesto dal medico di base.
Molto spesso al CUP gli addetti agli sportelli fanno presente agli utenti di non poter fissare appuntamenti per visite specialistiche, ricoveri, indagini strumentali (RMN, TAC, ecografie, radiografie, spiralometrie, ecc.ecc.)in quanto non sono al momento disponibili le agende per la prenotazione.
Siamo certi che questo disservizio che lede il diritto alla salute non dipende da cattiva volontà degli operatori ma piuttosto da carenza di personale, da carente organizzazione del sistema sanitario; a volte però viene il dubbio che ci siano degli interessi economici privati da proteggere, oltre il legittimo, a discapito degli utenti.
Il diffuso disagio generato alimenta il discredito del servizio pubblico e di chi in esso presta servizio il più delle volte con abnegazione e con sacrificio. E’ bene pertanto che il cittadino sia consapevole dei propri diritti in modo da farli valere utilizzando le procedure che le leggi vigenti fissano, diritti che non possono non essere rispettati ed assicurati dalle ASL e dalla Regione una volta che ne venga fatta richiesta formale.
E’ bene sapere che il Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa sul quale è stata raggiunta l’intesa con le Regioni ha fissato termini massimi per le prestazioni sanitarie in base alla indicazione del Medico di Medicina Generale e del Pediatra di Libera Scelta che le prescrivono; la Regione e le ASL devono rispettare questi termini e li possono derogare solo se li riducono.
In base alla prescrizione del Medico di Medicina Generale e del Pediatra di Libera Scelta la ASL deve provvedere ad individuare una struttura pubblica o convenzionata/accreditata che eroghi la prestazione entro i tempi massimi stabiliti dal Piano Nazionale di Governo delle Liste d’Attesa.
In caso di indisponibilità di strutture pubbliche o convenzionate/accreditate che possano erogare la prestazione secondo la prescrizione del medico, la ASL deve provvedere ad erogare la prestazione intra moenia, senza oneri aggiunti per il paziente, così come esplicitamente e chiaramente prescritto dal Decreto Legislativo n.124 del 29/04/1998 art.3 comma13.
Si precisa anche che la legge 266/2005 art.1 comma 282 esclude espressamente la possibilità di chiudere le prenotazioni cioè di rappresentare all’utente che le liste di attesa sono bloccate o le agende chiuse.
Nel caso in cui la ASL non rispetti gli obblighi sopra richiamati e le procedure fissate per legge, è necessario segnalare il disservizio al Direttore Sanitario della ASL ed all’Assessorato Regionale alla Sanità facendo presente che in caso di mancata erogazione della prestazione entro i termini massimi fissati, si provvederà a tutelare i propri interessi presso tutte le sedi opportune.
A tal fine Cittadinanzattiva Abruzzo APS è pronta a sostenere il paziente a far valere i propri diritti come sopra richiamati avviando le procedure necessarie.
Lucio Pulini – Responsabile regionale utenti e consumatori